Vittorio Foa
(Torino, 1910)
All’inizio degli anni trenta è nel movimento “Giustizia
e Libertà”, fino a quando nel 1935 viene arrestato e rinchiuso
nel carcere di Civitavecchia. Liberato nell’agosto 1943 partecipa
alla Resistenza come dirigente del Partito d’Azione. Nel 1946 viene
eletto all’Assemblea costituente e nel 1948 entra nella CGIL. Tra
gli anni cinquanta e sessanta è deputato socialista, segretario
nazionale della FIOM e membro della segreteria nazionale della Cgil.
Nel 1964 aderisce al Psiup. Dagli anni settanta si impegna nello studio
diventando una delle voci più autorevoli della sinistra italiana.
Nel 1991 è eletto senatore del Partito democratico della sinistra.
[…] Quando andai con Riccardo Lombardi ad assistere al Congresso
della Città universitaria [XXV Congresso del Psi tenutosi a Roma
nel gennaio 1947] e sentimmo la relazione introduttiva di Basso, uscendo
ci dicemmo che quello sarebbe stato il nostro Partito, anche se poi abbiamo
avuto motivi di esitazione. Che cos’è che ci piaceva e ci
attraeva? Era la radicalità del linguaggio che esprimeva la forza
di un’idea, il fatto che l’idea non fosse proposta subito
per essere mediata e verificata nella sua fattibilità immediata,
ma era di per sé considerata come un’arma di lotta, era
l’idea stessa che doveva sfondare gli ostacoli. Questo mi sembra
una caratteristica di Basso; il suo socialismo poteva essere discusso
da mille punti di vista, ma in lui l’idea era considerata come
una forza, un0arma di lotta immediata. Una seconda importante considerazione
su Basso è che non ha mai ceduto allo stalinismo. A questo proposito
io insisto molto su quello che chiamo l’anno della vergogna per
il Psi, il 1951, l’anno delle bugie. Basso in quel periodo si è salvato,
avrà fatto forse dei compromessi anche lui, ma si è salvato.
Sono disposto a verificare se ci sono caduto anche io in quella vergogna,
ma credo di no. [....]
[Tratto da intervista a Vittorio Foa di Giancarlo
Monina, in Fondazione Lelio e Lisli Basso, La
via alla politica. Lelio Basso, Ugo La Malfa, Meuccio Ruini protagonisti
della Costituente, a
cura di Giancarlo Monina, Milano, Angeli, 1999]
|