Lelio Basso e il progetto
di una democrazia globale
come non ho timore di confessare
l'utopia del socialismo, così non ho timore di
confessare l'altra utopia, la più grande e la più pericolosa,
che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra
Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari
e piena dignità sociale
Lelio Basso, 1978
Lelio Basso è una delle
poche figure della politica italiana del Novecento che
possa dire qualcosa di nuovo e di importante a chi vive
e vivrà nel nuovo secolo.
Un secolo che si trova a dovere ancora affrontare l'interrogativo
fondamentale del Novecento: quello sulla possibilità di
una democrazia pienamente attuata, che superi i limiti
delle istituzioni a cui è stata finora affidata
la sua attuazione.
Basso fu un socialista rispettoso
della grande tradizione del movimento operaio ma indipendente
dall'ortodossia. Fu un intellettuale formatosi a contatto
con le migliori menti dell'Italia prefascista (da Mondolfo
a Gobetti) ma capace fino all'ultimo di confrontarsi con
le nuove tendenze della ricerca e delle scienze sociali.
Fu un uomo senza fede, ma di rigoroso senso etico e attento,
come pochi altri con le sue idee, alle istanze e agli
interrogativi della religione. Fu un democratico rispettoso
delle istituzioni – che aveva contribuito in modo decisivo
a pensare e a costruire - ma anche sottile critico
dei limiti della democrazia novecentesca impegnato nella
ricerca di alternative che ne superassero i vincoli e
la estendessero a tutto il pianeta.
In questa sezione
del sito è riprodotta – in forma
sintetica – una parte del percorso tematico della mostra Concreta
utopia. Lelio Basso
e il progetto di una democrazia globale esposta
a Roma, presso la Biblioteca Casanatense, dal 20 novembre
2003 al 31 gennaio 2004. |
|