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Cronologia

La lotta antifascista ( 1926-1940 )

Alla fine del 1926 il regime fascista chiude definitivamente ogni spazio di intervento alle opposizioni e assume le caratteristiche di un regime totalitario. Lelio Basso partecipa alla lotta antifascista e nel 1927 entra nella Giovane Italia, un'organizzazione clandestina di ispirazione repubblicana. All'inizio dell'anno successivo assume la direzione della rivista Pietre - nata in ambienti studenteschi come strumento di collegamento tra gruppi antifascisti di diverse città - e nella notte tra il 12 e il 13 aprile viene arrestato con tutta la redazione a seguito dell'attentato al re alla Fiera di Milano. L'accusa di complicità nell'attentato cade nel corso dell'istruttoria, ma gli vengono comunque inflitti cinque anni di confino (poi ridotti a tre) all'isola di Ponza. In regime di segregazione, Basso si getta nello studio: prepara una seconda laurea in Filosofia (che conseguirà nel 1931 con una tesi sul teologo Rudolf Otto) e legge “circa duemila volumi di letteratura, di storia, di politica, di filosofia, di religione, di economia”.
Tornato a Milano nell'aprile 1931 riprende l'attività professionale ma si rifiuta di iscriversi al partito fascista e al sindacato fascista avvocati e procuratori; viene così messo sotto stretta sorveglianza dalla polizia di Mussolini. Ciò nonostante si dedica alla ricostruzione delle file socialiste, con l'aiuto degli ex compagni di confino, e nel 1934 partecipa alla costituzione del Centro interno, l'organizzazione clandestina dei socialisti. Il suo è un contributo anche teorico, in cui propone una nuova idea di partito tesa a superare sia la vecchia esperienza socialista, sia quella comunista. Il Partito socialista immaginato da Basso si rivolge alle nuove generazioni “assetate di concretezza” e punta a una stretta collaborazione con il movimento di Giustizia e Libertà, da pochi anni fondato a Parigi. Intanto, nel 1932 aveva sposato Lisli Carini, anche lei laureata in legge, con cui inizia un'intensa condivisione di interessi che dura per tutta la vita; dal matrimonio nascono Piero, Anna e Carlo. Nel 1938, dopo l'arresto dei principali esponenti socialisti (Morandi, Luzzatto e Colorni) guida con Eugenio Curiel il Centro interno. Nell'estate del 1939 viene nuovamente arrestato, rilasciato e ancora rinchiuso, nel 1940, nel campo di concentramento di Colfiorito (Perugia) e poi trasferito al confino sull'Appennino marchigiano, a Piobbico.